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Don Luigi Merola: “Grato al Dih, con le nuove tecnologie potrei aiutare più bambini”

Del progetto Ama -DIH 3 si è parlato con Don Luigi Merola. Gli uffici del Campania Dih -Rete Confindustria, hanno fatto visita alla Fondazione

 ‘A Voce d’’e Creature, fondata dal parroco ‘anticamorra’ nel 2007 a Napoli.

Si tratta di una organizzazione impegnata nel recupero e nella formazione di minori a rischio, offrendo loro un’alternativa concreta alla strada e alla criminalità organizzata. Una eccellenza in tutto il panorama nazionale.

La missione principale della Fondazione è quella sottrarre i giovani all’influenza della camorra, contrastando la dispersione scolastica e promuovendo la legalità attraverso attività educative e formative. 

Don Merola ha, sempre, sottolineato l’importanza di offrire opportunità concrete ai ragazzi “La camorra si combatte non con le chiacchiere ma dando delle opportunità” è uno dei suoi mantra.

Negli anni, per il suo impegno, è stato consulente del Ministero dell’Istruzione, Consulente della Commissione Parlamentare Anticamorra. Durante il Pontificato di Papa Francesco intensi e costanti sono stati i rapporti. 

La Fondazione ha sperimentato i servizi del Campania Dih –Rete Confindustria, erogati con il progetto AMa – DIH. Che impressione ne ha avuto?

“Sono rimasto molto colpito e positivamente. Ho aderito perché avevo letto sui social, ho detto proviamo. Ho scoperto cose molto interessanti che saranno utili alle attività. Sono grato alla struttura ed all’amministratore Edoardo Imperiale. Io ed i miei volontari abbiamo incontrato competenze che ci hanno aperto la mente”

Quanto è importante, nell’ambito delle vostre attività misurarsi sulle nuove sfide della digitalizzazione?

“E ‘fondamentale. Sapevo, ma grazie al Dih ho avuto conferme di qualità, che si possono gestire con più facilità tanti processi, che si possono costruire percorsi più adatti ai giovani, conservane memoria. Ridurrò la carta, saremo più sostenibili. Si possono ottimizzare le risorse, ridurre i tempi per fare le cose. E’una grande sfida, le nuove tecnologie cambiano le cose, con esse bisogna confrontarsi. E’una parita della società di oggi, della Chiesa. Il Papa ne ha parlato. Questo processo va accompagnato tenendo l’uomo al centro. Anche di questo intendo parlare con il Dih e con il mondo confindustriale”

Crederà, in futuro, possa trovare utile organizzare altre occasioni di incontro?

“Lo spero. Il progetto che mi hanno consegnato è utilissimo, efficace. Serve, però, formazione per il personale e servirebbero delle risorse. Mi affido allo Spirito Santo ma anche a questa collaborazione. Ho visto, giustamente, che ci sono tante misure per le imprese. canali simili andranno sperimentati per realtà come le nostre. Con la stessa attenzione di questo bel progetto”

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