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Transizione ecologica e digitale, ecco il Digital Transition Fund ed il Green Transition Fund

Transizione ecologica e digitale. Sono questi i filoni di interventi dei due fondi di venture capital promossi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del PNRR e gestiti da CDP Venture Capital SGR. Il primo fondo, Digital Transition Fund, ha una dotazione di 300 milioni di euro e sostiene start-up e PMI che realizzano progetti innovativi transizione digitale, ad esempio per intelligenza artificiale, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain. Il secondo fondo, Green Transition Fund, ha un budget di 250 milioni e finanzia progetti riguardanti la transizione verde potranno prevedere l’utilizzo di energia rinnovabile, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare.

Le risorse sono messe a disposizione dai fondi Digital Transition Fund e Green Transition Fund ricompresi nell’ambito degli interventi PNRR e gestiti da CDP Venture Capital SGR.

Entrambi i fondi operano tramite investimenti diretti e indiretti di capitale di rischio delle imprese target degli interventi. Il 40% delle risorse investibili dai due fondi sarà riservata agli investimenti (diretti e indiretti) in operazioni da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno (Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), oppure che riguardino imprese target che abbiano sede operativa ubicata in tali Regioni.

Il fondo Digital Transition, che ha una dotazione di 300 milioni di euro, investe in imprese target a carattere innovativo e con elevato potenziale di sviluppo che realizzano progetti innovativi nell’ambito della transizione digitale e, in particolare, in:

  • intelligenza artificiale;
  • cloud;
  • assistenza sanitaria;
  • Industria 4.0;
  • cyber sicurezza;
  • fintech;
  • blockchain

In particolare, il fondo è aperto a:

  • start-up con elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le PMI delle filiere della transizione digitale e che realizzano progetti innovativi;
  • start-up e le piccole e medie imprese che sono state costituite tramite una scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda da parte di grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione oppure che è stata costituita con l’investimento di una grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione in ottica di venture building, qualora lo spin-off sia avvenuto in data non antecedente il 1° febbraio 2020;
  • imprese holding che abbiano sede legale in uno Stato diverso dall’Italia e controllino (ai sensi dell’art. 2359, co. 1, n. 1, cod. civ.) una delle imprese di cui ai precedenti alinea, e svolgano effettivamente il proprio business o abbiano programmi di sviluppo in Italia (le risorse investite dal fondo saranno impiegate dalle imprese ammissibili in Italia e la proprietà intellettuale sviluppata in Italia dovrà restare in Italia).

Il fondo dovrà sostenere entro giugno 2025 almeno 250 imprese con investimenti complessivi per 700 milioni di euro.

Il Fondo Green Transition, che ha un budget di 250 milioni, investe in imprese target attive negli ambiti della transizione ecologica, in tutte le fasi di sviluppo, con ticket di investimento da 1 a 15 milioni di euro.

In particolare, i progetti possono essere presentati da:

  • start-up con elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le PMI delle filiere della transizione ecologica e le piccole e medie imprese che realizzano progetti innovativi;
  • start-up e piccole e medie imprese che sono state costituite tramite una scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda da parte di grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione oppure che è stata costituita con l’investimento di una grande impresa o di un’impresa a media capitalizzazione in ottica di venture building, qualora lo spin-off sia avvenuto in data non antecedente il 1° febbraio 2020.

Al fondo possono accedere anche imprese holding che, cumulativamente:

  • abbiano sede legale in uno Stato diverso dall’Italia e controllino una delle suddette start-up o PMI, e
  • svolgano il proprio business o abbiano programmi di sviluppo in Italia. In questo caso, le risorse investite dovranno essere impiegate in Italia e la relativa proprietà intellettuale sviluppata in Italia non potrà uscire dal territorio nazionale.

Le opportunità di investimento diretto che potranno essere prese in considerazione per l’intervento da parte del fondo, ferma l’autonomia di selezione e gestoria della SGR, dovranno avere le seguenti caratteristiche:

  • avere a oggetto start-up con elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le PMI delle filiere della transizione ecologica e le PMI che realizzano progetti innovativi, incluse le piccole e medie imprese nate da spin-off di grandi imprese (unicamente qualora lo spin-off sia avvenuto in data non antecedente il 1° febbraio 2020, caratterizzati da significativo grado di scalabilità);
  • riguardare il settore delle tecnologie verdi, con riguardo agli investimenti volti a favorire la transizione ecologica anche con riferimento alle filiere negli ambiti, in particolare, dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, dell’economia circolare, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica, della gestione dei rifiuti e dello stoccaggio di energia, ovvero di altri ambiti della transizione ecologica;
  • essere conformi agli orientamenti tecnici sull’applicazione del principio DNSH;
  • concorrere al 100% al raggiungimento dell’obiettivo climatico fissato dall’UE.

L’obiettivo della SGR nell’ambito della gestione del fondo è di raccogliere 250 milioni di risorse private a livello di imprese target. Il Fondo, inoltre, avrà l’obiettivo di investire in 25 imprese target.