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Ecosistema regionale dell’Innovazione. Patto Cdp, Regione e Campania Dih

Patto tra Campania Digital Innovation Hub, Regione e CDP-Fondo nazionale per l’Innovazione, per lo sviluppo dell’ecosistema innovativo campano. Dall’incontro promosso dal Campania Dih tenuto oggi, mercoledì 5 maggio presso l’Unione Industriali di Napoli, emerge chiaro il segnale che in Campania c’è già una struttura pronta a ricevere e valorizzare fondi governativi e regionali sull’innovazione e la competitività del sistema produttivo. Le risorse ci sono, e ci sono anche gli attori, le progettualità e i programmi di sviluppo per liberare il potenziale di un’area fondamentale del Paese.

A testimoniarlo è Enrico Resmini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital SGR, Fondo Nazionale Innovazione, che nel suo intervento sottolinea il ruolo strategico del Campania Dih per l’accelerazione dei piani di transizione digitale delle imprese. “I soldi ci sono – afferma il numero uno del Fondo nato nel 2019 per dare una svolta allo sviluppo del Venture Capital in Italia a favore di startup e realtà innovative – ora servono i programmi. La Campania è per noi una regione chiave, investiremo sui poli di trasferimento tecnologico e, insieme a realtà come il Digital Innovation Hub, supporteremo percorsi di accelerazione rivolti alle imprese. Finora abbiamo investito 400 milioni di euro. Molto lavoro è già stato fatto, ora bisogna insistere sulla capacità di fare rete”.

Ed è proprio la capacità di fare rete il dato che emerge dall’incontro promosso dal Campania Dih, cui hanno partecipato, insieme a Resmini, Edoardo Imperiale, Direttore Generale Campania DIH, Valeria Fascione, Assessore Ricerca, Innovazione e Startup – Regione Campania, i federiciani Mauro Calise, Direttore Centro Servizi di Ateneo Federic@ WebLearning, Stefano Consiglio, Presidente della Scuola delle Scienze Umane e Sociali, Giorgio Ventre, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’informazione nonché direttore scientifico del Polo di San Giovanni a Teduccio, Carlo Palmieri, Vice Presidente Unione degli Industriali di Napoli con delega alla Politica Industriale e Competitività.

A introdurre l’incontro sono stati Maurizio Manfellotto, Presidente Unione degli Industriali di Napoli, e Luigi Nicolais, Presidente del Campania Dih. “Da molto tempo insistiamo sulla necessità di un cambiamento di mentalità – afferma Nicolais –  innovare è entrare in un altro mondo, c’è sempre un grado di rischiosità ma dobbiamo renderci che se non rischiamo e se non lo facciamo insieme, come Università, Regione e imprese, non potremo mai riuscire a vincere questa sfida”. Una sfida, sottolinea dal canto suo il numero uno di Palazzo Partanna, Maurizio Manfellotto, “che adesso ci vede impegnati in una nuova stagione in cui siamo chiamati a mettere a terra, come si suol dire, risorse ingentissime e dovremo dimostrare di saperlo fare cominciando a coinvolgere le realtà più piccole, le microimprese che ancora tentennano sulla transizione digitale e le tecnologie abilitanti”.

“Il gap tra le diverse aree del Paese sono ancora molto forti – evidenzia il direttore del Campania Dih Edoardo Imperiale – ma ora abbiamo tutti gli strumenti per poterli superare, a cominciare dalle azioni di supporto alle aziende che come Dih, ma ancora di più come rete tra realtà produttive, istituzionali e di ricerca, stiamo già facendo. E oggi possiamo vedere quanto sia concreta l’esistenza di un network regionale focalizzato sull’innovazione”.

Lo conferma l’Assessore regionale all’Innovazione Valeria Fascione: “Noi abbiamo il dovere e la responsabilità, come Regione e in collaborazione con soggetti intermedi strategici come il Campania Dih, di configurare servizi a costi accessibili per le imprese. Abbiamo lavorato sul digitale, sull’attrazione dei grandi player, sulla necessità di aprire mercati alle startup, sulla formazione. Ora dobbiamo rendere accessibile tutto questo patrimonio di innovazione e di competenze alle imprese”. Un tema chiave nella prossima programmazione regionale, ha sottolineato l’assessore, sarà senz’altro il supporto all’internazionalizzazione delle Pmi attraverso nuovi strumenti per accedere ai servizi come il digital export area manager.

Insieme al polo produttivo e quello istituzionale, a chiudere il cerchio del network regionale dell’innovazione è il polo universitario. A illustrarne il ruolo sono Mauro Calise Direttore Centro Servizi di Ateneo Federic@ WebLearning e Stefano Consiglio, Presidente della Scuola delle Scienze Umane e Sociali dell’ateneo federiciano, che hanno presentato il progetto “Smart Export Academy: MOOC dedicati al sistema imprenditoriale italiano”. Gratuiti, flessibili, accessibili a varie figure aziendali, i corsi dello Smart Export Academy sono erogati attraverso Federica Web Learning, il Centro dell’Università di Napoli Federico II per l’innovazione, la sperimentazione e la diffusione della didattica multimediale. I corsi rappresentano uno strumento innovativo di sostegno alla crescita internazionale del sistema imprenditoriale italiano. Con Smart Export aziende e professionisti beneficiano gratuitamente di percorsi di alta formazione manageriale e digitale per l’internazionalizzazione. “C’è tanto materiale a disposizione scaricabile gratuitamente”, sottolinea Consiglio. I corsi si possono seguire fino al 9 marzo 2022. Avviati da poco più di un mese e mezzo finora si sono stati registrati più di 4mila utenti e il 46% delle sessioni provengono da Lombardia, Lazio e Campania.

Sul lato dei servizi di formazione offerti alle imprese svolge e, nell’immediato futuro, svolgerà con ancora più forza un ruolo fondamentale anche il Polo federiciano di San Giovanni aa Teduccio con le sue Academy. “Oggi abbiamo inaugurato una nuova collaborazione con Autostrade per l’Italia su Infrastrutture Intelligenti e Sicure” esordisce Giorgio Ventre. “Finora abbiamo formato più di 5mila talenti provenienti da tutto il mondo, e sono tantissimi i ragazzi e le ragazze che sono rimasti qui a dare linfa al sistema produttivo regionale. Oggi ci rivolgiamo direttamente alle aziende con nuovi corsi su temi su cui le aziende esprimono una domanda molto forte. Ipotizziamo, per esempio, l’estensione dell’Academy 5G alle aziende, con corsi flessibili per venire incontro alle esigenze di chi lavora. Faremo lo stesso con corsi sulla cybersecurity e sulla meccatronica. Il nostro obiettivo non è solo produrre laureati ma favorire cultura dell’innovazione”.